L’esame otovestibolare o vestibolare è un esame non invasivo effettuato dall’otorinolaringoiatra in fase di visita e che permette al medico di diagnosticare eventuali problematiche relative all’organo dell’equilibrio.
Per effettuare questo esame, che ha una durata di una quindicina di minuti, l’otorinolaringoiatra utilizza strumenti audiologici e stimolatori che creano nel paziente la sensazione di vertigini. L’esame si basa infatti sull’osservazione del nistagmo, movimenti involontari dei globi oculari, che avviene successivamente ad alcuni movimenti e manovre della testa effettuate per comprendere in quali posizioni il nistagmo è sollecitato.
L’esame otovestibolare potrebbe provocare vertigini e nausea nel paziente ed è per questo che è altamente consigliato essere a digiuno da almeno 4 ore e recarsi ad effettuare l’esame accompagnati. A tal proposito, l’eventuale assunzione di farmaci per le vertigini, potrebbe falsare il risultato delle prove ed è quindi necessario interrompere l’assunzione di questi farmaci nelle 48 ore che precedono l’esame.
Effettuare una visita con un otorinolaringoiatra è indispensabile prima di sottoporsi all’esame otovestibolare in quanto, prima di procedere con le manovre richieste, è necessario accertare e constatare l’assenza di tappi di cerume o infezioni dell’orecchio che rendono l’esame vestibolare controindicato.
L’esame otovestibolare potrebbe essere di per sé risolutivo qualora fosse diagnosticata una vertigine parossistica posizionale. L’otorino può infatti effettuare delle manovre liberatorie che permettono il riposizionamento dei “sassolini” interni all’orecchio che fungono da sensori del movimento e risolvere quindi il malessere del paziente.
Se invece la diagnosi dell’otorino differisce da quanto precedentemente detto, il medico può richiedere ulteriori accertamenti al fine di indagare l’origine della vertigine.